L’itinerario giornaliero Andar per borghi in Sabina, si snoda per 76 Km ed include la visita a:
Fianello, il borgo da salvare
Rocchette e Rocchettine, i borghi gemelli
Casperia, dal 2004 borgo certificato per il Turismo Sostenibile
Foglia, frazione di Magliano Sabina, “la vedetta sul Tevere“, inserita tra i Borghi più belli d’Italia.
=> A fondo pagina trovi il dettaglio dei percorsi e la mappa dell’intero itinerario <=
Consigli prima di mettersi in movimento
Se volete fermarvi per un pic-nic lungo il percorso, l’Ostello preparerà per voi deliziosi cestini con prodotti locali.
Arrivati alle porte di accesso ai borghi, dovrete proseguire a piedi, in quanto i centri storici sono pedonalizzati.
Osservate il paesaggio che vi verrà incontro: dolci colli verdeggianti, punteggiati di bovini e ovini al pascolo, oliveti a profusione, campi a perdita d’occhio intervallati da macchie di fiori e piante selvatiche, boschi fitti e sempre, sullo sfondo, i monti Sabini e il Soratte come lontano punto di riferimento. Il tragitto tra un borgo e l’altro merita una sosta per meglio immergersi in questa ricchezza di suoni e colori!
FIANELLO
La prima tappa è a soli 15 km dal centro abitato di Magliano Sabina.
Percorrendo la SP 54 verso Montebuono, subito dopo Santa Maria in Neve si gira a destra, seguendo le indicazioni per Fianello. Ci si trova così all’improvviso, e con stupore, davanti al borgo medievale arroccato su un colle di media altezza, a quasi 200 metri sul livello del mare e a circa 100 metri d’altezza rispetto al fondovalle.
Tra storia e arte
L’antico borgo, appartenente al Comune di Montebuono, è un classico esempio di incastellamento dei primi anni Mille, quando i borghi si costruivano sulle alture, accanto a un castello e una chiesa, in posizione di difesa.
Oggi Fianello è quasi interamente disabitato e porta i segni di lente ristrutturazioni in corso, ma permette di immaginare l’operosità e le consuetudini di quanti lo hanno presidiato e abitato in epoche remote: Sabini, Romani, Longobardi, fino ad arrivare alle famiglie Savelli e Orsini.
Nella sua monumentale opera La Campagna romana, Giuseppe Tomassetti (Roma, 1848 – 1911) attribuiva al borgo “fecondo territorio e buoni fabbricati“. Borgo a vocazione agricola dunque, con le coltivazioni sul fondovalle: basta affacciarsi da uno dei muretti che cingono i vicoli del paese per ritrovare ancora oggi, intatta, quell’atmosfera operosa e rispettosa, tipica della Sabina.
L’entrata a Fianello era consentita da due porte, una delle quali è visibile ancor oggi. Si tratta della porta meridionale (detta “da piedi”), costruita in pietra rossa di Cottanello – materiale già utilizzato dai Romani nel III secolo a.C., che verrà usato in seguito per decorare l’interno della Basilica di San Pietro.
Da vedere
La piccolissima piazza – larga appena 10 metri – corrisponde al tipico modello architettonico medievale, che comprende castello, chiesa, torre d’avvistamento. Infatti troviamo:
- su un lato il Palazzo Savelli-Orsini, ormai in cattive condizioni
- sul lato opposto, la chiesa di San Giovanni Battista, costruita dagli Orsini alla fine del Cinquecento su altra preesistente
- la Torre medievale Longobarda (VI-VII sec. d.C.) a pianta pentagonale, con volta a vela ancora intatta (sorta di cupola a base quadrata). Prima di essere inglobata nella Chiesa di San Giovanni Battista, la Torre un tempo sorgeva isolata ed aveva funzioni difensive.
Proseguendo la visita al borgo, troviamo il Forno monumentale, datato 1400, con diametro di 3 m e 1,50 m di altezza. Il Forno era utilizzato dalla “Fondazione dell’Ospedale” per cuocere il pane da distribuire al popolo in occasione del sabato santo. Ristrutturato vent’anni fa dalla Soprintendenza Beni Culturali, che lo definì “Un interessantissimo esempio di forno fondamentalmente integro, ripristinato oggi al suo uso originario“, venne nuovamente utilizzato il 29 agosto del 1998 per la Festa del Pane di Fianello, sfornando pane e pizze in grandi quantità.
La Torre meridionale, adibita ad abitazione alla fine del Medioevo, conserva un frantoio a pietra dismesso nel 1960.
La chiesa di San Sebastiano ha al suo interno un’acquasantiera derivante da un’urna cineraria con iscrizioni romane.
Infine, nei pressi della chiesa di S. Maria Assunta, che sorge nel cimitero di Fianello, sono presenti i ruderi di una villa romana, di cui sono visibili le mura in opus latericium lungo la stradina d’accesso e dietro la chiesa. Nel 1950, durante l’apertura della strada del cimitero, furono rinvenute in una fossa numerose statue di età imperiale, incrostate di calce e molte lucerne di marmo.
Feste
10 agosto: Festa di San Lorenzo, patrono del paese.
ROCCHETTE e ROCCHETTINE
Usciti da Fianello, torna sulla SP 54 (prendere a destra). Superato Montebuono, arrivi a Rocchette, frazione di Torri in Sabina.
Il nostro itineraio Andar per Borghi in Sabina prevede una visita a Rocchette, vivace centro rurale, seppure abitato da sole 34 famiglie. Conserva l’antica pianta medievale, la storica porta d’ingresso e le mura fortificate da cui si gode la veduta a strapiombo sulla valle sottostante. Ed ha un “dirimpettaio” di grande fascino: Rocchettine.
Entrambi i borghi, detti gemelli, sorgono a strapiombo sulla gola del Fiume Laia, un affluente del Torrente Imelle, a sua volta affluente del Tevere.
Tra storia e arte
Rocchette e Rocchettine sono due fortificazioni erette nel XIII secolo, in piena età medievale, sorte a controllo della strada che congiungeva Rieti alla valle del Tevere e da questa a Roma. A quei tempi Rocchette si chiamava Rocca Bertalda, mentre Rocchettine era Rocca Guidonesca.
Non abbiamo documenti che ne identifichino i fondatori, ma sappiamo che i due borghi furono dapprima di proprietà della Diocesi Sabina, per poi passare direttamente alla Chiesa. Seguì un lungo periodo sotto il dominio rispettivamente dei Savelli e degli Orsini, le due famiglie nobiliari che tanta parte hanno avuto nella storia di Roma e di tutto il Lazio e che, come abbiamo già visto, ritroveremo spesso in Sabina.
Sul finire del 1817 furono definitivamente assegnati dalla Curia di Roma al comune di Torri in Sabina.
I due castelli situati nei rispettivi borghi hanno torri a pianta quadrata, che risalgono alla costruzione originaria, successivamente incorporate nella cinta muraria.
Da vedere
ROCCHETTE
Costruito sulla roccia, vi si accede a piedi, ma fino all’inizio del secolo scorso si arrivava qui solo attraverso mulattiere. Rocchette è incastonato tra gole di montagna che rendono il suo clima fresco anche in estate. L’interno del borgo è ben conservato e presenta un avvicendarsi di sottopassi, ripidi vicoli, scale rampanti e resti dell’antico castello addossati alla viva roccia.
Si entra al castello attraverso la porta, dove un’iscrizione documenta la data 1601, sovrastata dallo stemma di Rocchette.
Nella Chiesa del SS. Salvatore, restaurata nel 1701, possiamo ammirare i dipinti di Girolamo Troppa: Madonna del Rosario (1692) e Madonna e i Santi Filippo e Gaetano. Artista seicentesco, il Troppa, originario del borgo, è presente con le sue opere in molte chiese e palazzi di Roma e del Lazio, oltre ad essere esposto allo Statens Museum for Kunts di Copenaghen.
ROCCHETTINE
Il borgo fantasma, il borgo del mistero, il borgo dove il tempo si è fermato, il luogo del silenzio… sono alcune tra le tante definizioni che sempre accompagnano questo luogo incantevole, certamente uno dei più affascinanti borghi abbandonati del Lazio.
Non appena varcata la porta d’accesso al borgo fortificato, ci ritroviamo come d’incanto nel cuore del Medioevo. Nonostante l’abbandono e le architetture diroccate, la grande torre circolare e le possenti mura si stagliano ancora oggi maestosi tra il cielo e i boschi circostanti e risaltano con forza dalla la vegetazione spontanea che se ne è impadronita.
Chiesa di San Lorenzo
Recentemente restaurato, l’edificio della chiesa di San Lorenzo è l’ultimo custode delle rovine di Rocchettine, dove vengono celebrati suggestivi matrimoni.
Curiosità
L’architettura medievale dei due borghi e la loro posizione li ha resi un perfetto set cinematografico, dove sono state girate alcune scene della fiction televisiva “Il nome della rosa”.
CASPERIA
Continua per la SP 54 per 2,5 km e prendi la SR 313; dopo 12 Km arrivi a Casperia, la penultima tappa del nostro itinerario Andar per borghi in Sabina.
Casperia, denominata fino al 1947 “Aspra Sabina”, oggi è un ridente comune di 1250 abitanti, arroccato su un colle, a 400 metri sul livello del mare, situato tra la riva sinistra del Tevere e i monti Sabini, a cui il Touring Club Italiano ha assegnato la Bandiera arancione, con questa motivazione: “La località si distingue per l’integrità e l’omogeneità del nucleo abitativo antico, ristrutturato e curato. Da segnalare la pedonalizzazione delle vie del centro storico, pulitissime, ben curate e ricche di strutture ricettive, ristorative e negozi.”.
Infatti Casperia è riuscita ad evolversi, senza per questo distruggere il suo passato. Della prima cinta muraria, risalente all’XI secolo, resta l’arco di via Garibaldi, denominato Arco Vecchio o Arco di Mezzo.
Da vedere
Il borgo è attraversato da scalinate, stradine e vicoli acciottolati disposti in cerchi concentrici e vi si accede esclusivamente a piedi, attraverso Porta Romana (ad ovest) e Porta S. Maria (a nord-est).
L’abitato è raccolto nella seconda cinta muraria del 1282, costruita sulla roccia viva, che lo rese inespugnabile fino al Cinquecento, quando divenne territorio papale: ancor oggi possiamo osservare nei torrioni di cinta le feritoie da cui le guardie puntavano ai nemici.
La via principale di Casperia è pavimentata con gli antichi sampietrini romani, di color grigio scuro, mentre le altre vie sono lastricate di pietra bianca.
Questa indicazione è utile perché la bellezza del borgo e il fascino di un’esplorazione spontanea e casuale portano anche a “perdersi” tra stradine, scalinate e vicoli, ma basta ritrovare la via più scura per tornare al punto di partenza.
Qui troviamo costruzioni caratteristiche: sono le cosiddette case torri, abitazioni edificate su più livelli, con funzione difensiva.
Vasto è il panorama che può essere ammirato girando intorno al borgo: a nord-ovest la valle del Tevere dominata dal monte Soratte, con i colli umbri all’orizzonte e a sud-est i Monti Sabini.
Di fronte alla Porta Romana, nel piazzale Oddo Valeriani, ci accoglie la chiesa barocca dell’Annunziata, costruita nel 1609, che racchiude il dipinto L’Annunciazione del Sassoferrato, prolifico pittore marchigiano (1609 – 1685), allievo del Domenichino, fortemente ispirato dalle opere di Guido Reni, Francesco Albani, Dürer, Guercino, Raffaello.
Attraverso scorci e vicoli di grande suggestione, si arriva alla elegante Piazza del Comune e da lì in Piazza Giovanni Battista, al sommo del colle, con l’omonima chiesa dal bel campanile romanico. La chiesa, costruita nel XIII secolo, venne ampliata quattro secoli dopo e conserva la pala d’altare di Giacomo Santoro, meglio conosciuto come Giacomo Siciliano (Jacobus Siculus) del 1500, raffigurante il Battesimo di Gesù.
Nella piazza Umberto I vediamo la bella Fontana del Belvedere, da cui ammirare il panorama di cui abbiamo già detto, dove lo sguardo si perde tra boschi di castagni, faggete e oliveti, che tanto fascino danno a questa terra.
Un cenno a parte merita la Fonte della Samaritana, la fontana situata in via Santa Maria, importante risorsa idrica fin dall’antichità, con pittura murale raffigurante Gesù e la Samaritana. L’Associazione Pro Loco di Casperia promuove proprio in questo periodo una raccolta fondi per il restauro del dipinto, attribuito alla scuola di Bartolomeo e Lorenzo Torresani, pittori veronesi del XVI secolo, principalmente attivi in Sabina.
Palazzo Forani
Si deve alla famiglia Bruschi, feudataria degli Orsini, l’edificazione di questo Palazzo, che è avvenuta alla fine del XVI secolo, a ridosso della cinta muraria risalente del Duecento, di cui ingloba uno dei cinque torrioni.
Il palazzo, a forma rettangolare, consta di oltre 50 stanze e una cappella e presenta, in omaggio al casato degli Orsini, due orsi in pietra che incorniciano il portale d’ingresso. Restaurato in stile impero durante il periodo napoleonico, subì l’avvicendarsi di diversi proprietari, finché nel 1929 passò in eredità alla famiglia Forani, da cui il nome.
Oggi la dimora storica, aperta al pubblico e costantemente restaurata, mantiene le caratteristiche dell’epoca ed è adibita anche a casa vacanze.
Curiosità
Visita al presepe permanente – Nel vecchio oratorio della chiesa intitolata a Giovanni Battista è allestito permanentemente un presepe artigianale di 60 metri quadri. Frutto del lavoro paziente di Giannicola Mariani, che lo ha realizzato nel decennio 1992 – 2002, il presepe è in scala 1:10 e rappresenta con assoluta precisione scorci del centro storico di Casperia ed è visitabile gratuitamente durante tutto l’anno.
FOGLIA
Ripresa l’automobile a Casperia, segui le indicazioni verso S. Vito/Selci o Torri in Sabina (SP 48 e SR 657) per immetterti nella SP 52 e SR 657. In 24 Km arrivi alla scoperta dell’antico abitato di Foglia, frazione di Magliano Sabina, entrata di recente a far parte dei Borghi più belli d’Italia – dal cui sito prendiamo la presentazione che segue:
“Da piazza Castello, cuore del borgo, si irradiano le vie di collegamento e d’ingresso. Attraverso l’arco d’accesso, oltrepassando la piazza, si sviluppa via di Mezzo, che ha un primo tratto in discesa, per poi risalire nella seconda metà fino all’ingresso della chiesa di Santa Maria Assunta, che costituisce la parte terminale di palazzo Orsini edificio medievale (1200 circa).
Sulla destra della piazza si trova via Tevere, che separa il palazzo Valignani-Orsini, di epoca rinascimentale, dalle case antistanti e sbuca su un belvedere. Da questo punto il panorama – che, dall’ultima metà del secolo scorso, include l’autostrada A1 e la ferrovia Roma-Firenze – si affaccia sulla valle del Tevere.
Il fiume, con i suoi meandri, bagna estese coltivazioni e offre un attracco a Porto Sant’Agata, non lontano dal borgo, attivo sin dall’antichità romana.
Compaiono sullo sfondo il profilo del Monte Soratte – luogo di culto di Sabini, Etruschi e Romani – e, in lontananza, i monti Sabatini e Cimini.Il tempo sembra rimasto aggrappato ai muri delle case, dei palazzi, degli archi, dei ponti levatoi – là dove Fauna, moglie di Fauno, dio dei pascoli e della campagna, mitico re dei Sabini e dei Latini, aleggia ancora nel bosco sacro dei fauni, corteggiatori di ninfe al dolce suono del flauto.
Il cristianesimo portò gli abitanti a venerare Santa Serena, patrona del borgo, le cui reliquie sono conservate nella chiesa di Santa Maria Assunta.”.
Rientro da Foglia a Magliano Sabina (10 km)
Esci da Foglia e gira a destra per SR 657. Superata la località IL GIGLIO, continua a sinistra su Vocabolo Madonna Grande, fino ad arrivare in centro a Magliano Sabina.
Andar per Borghi in Sabina – MAPPA e DETTAGLI ITINERARIO in auto, moto (e bici)
1 – partenza da Magliano Sabina
2- da Magliano Sabina a Fianello (15 km). Percorri SP 54 verso Montebuono/Calvi per 12 km; dopo la località Santa Maria in Neve, trovi sulla destra le indicazioni per Fianello (SC per Fianello, 3 km).
3- da Fianello a Rocchette e Rocchettine (13 km). Riprendi la SC per Fianello per 3 km, giunto alla
SP 54 gira a destra in direzione Montebuono. Dopo Montebuono continua sulla SP 54 fino a Rocchette.
4 – da Rocchette a Casperia (12 km). Continua per la SP 54 per 2,5 km fino alla SR 313 per altri 9,5 km
5 – da Casperia a Foglia (24 km). Da Casperia segui le indicazioni verso S. Vito/Selci – Torri in Sabina (SP 48 e SR 657) per immetterti nella SP 52 e SR 657.
6- da Foglia a Magliano Sabina (10 km). Uscendo da Foglia gira a destra per SR 657 e, superata la località IL GIGLIO, continua a sinistra su Vocabolo Madonna Grande, fino ad arrivare in centro a Magliano.
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